Recuperare l�(TM)ex Convento di San Francesco per l�(TM)ampliamento della Biblioteca Gambalunga e per eliminare le rovine della Seconda Guerra mondiale, di fianco al Tempio Malatestiano

13.02.2018

Dopo 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale permangono ancora le rovine dell’ex Convento di San Francesco in Via IV  Novembre, distrutto dai bombardamenti, in pieno centro storico, di fianco del Tempio Malatestiano.

La costruzione del Convento di San Francesco  risale al 1257 e qui si insediò dal 1400 la prima Biblioteca pubblica d’Italia, per volontà della famiglia Malatesta, da Carlo a Sigismondo  che la arricchì di moltissimi volumi di tutte le discipline, come testimonia Roberto Valturio che lasciò alla stessa Biblioteca i suoi libri.  

La Biblioteca dei Francescani e Malatesti (1400) è la più antica Biblioteca pubblica d’Italia, a cui seguono l’Ambrosiana di Milano (1609), l’Angelica di Roma (1614) e la Gambalunga di Rimini (1619).

Dell’originario Convento francescano rimane intatta la parte verso il mare, una parte del piano terra e al 1°piano il corridoio centrale e una doppia fila di celle ai lati.

Mentre la parte del Convento di proprietà della Curia è stata ricostruita negli anni ’70, la restante parte di proprietà comunale è rimasta un rudere.  

Nel 2006 era stata approvata una variante urbanistica per il recupero filologico dell’ex Convento con destinazione a Biblioteca dell’Università, ma il progetto è stato definitivamente abbandonato ed ora perseguito nell’ambito della ricostruzione dell’ex Palazzo Lettimi, come mi ha confermato l’Assessore Rossi di Schio rispondendo alla mia interrogazione consigliare di giovedi scorso.

Dinnanzi alla reiterata necessità di nuovi spazi della Biblioteca Gambalunga, ho chiesto di riprendere in mano il progetto di recupero dell’ex Convento di San Francesco con una superficie di mq. 2260 che sarebbe vicino e funzionale all’ampliamento della Biblioteca Gambalunga.

Sarebbe l’opportunità di ridare vita alla prima Biblioteca pubblica d’Italia, voluta dalla famiglia dei Malatesta nel XV Secolo, e di rimuovere finalmente le rovine dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, infestate da colonie di piccioni e di topi che da decenni degradano l’immagine di Via IV Novembre, di fianco al Tempio Malatestiano, capolavoro del Rinascimento.    


 
 

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