Contributi economici per le calamità naturali: niente per la bomba d'acqua del 24 Giugno 2013 e per le centinaia di auto alluvionate (Borgo dei Ciliegi di Vergiano) del 6 febbraio 2015.

11/10/2016

La tempesta d’acqua di domenica notte e lunedi che ha causato allagamenti e danni nelle case e alberghi di Marina Centro e San Giuliano, richiama i danni ancora più estesi e gravi causati dalla bomba d’acqua del 24 giugno 2013 subiti dai privati e dalle attività economiche, rimasti senza alcun contributo economico e che sono stati costretti ad installare le paratie stagne (vedi negozi di Corso d’Augusto) non fidandosi della rete fognaria..

In questi giorni sono in corso di istruttoria dal Comune di Rimini  le domande presentate entro il 29 Settembre scorso per i contributi economici richiesti in origine da 119 soggetti privati per i danni alle abitazioni private e da 29 attività economiche produttive , limitatamente agli  eventi calamitosi del 4-7 febbraio 2015, segnalate e quantificate al Comune  entro il 6.6.2015.

Le procedure di rimborso dei danni approvate dal Governo il 28 luglio scorso  sulla base della intesa  Regione Emilia  Romagna-Protezione Civile, oltre a costringere alla riduzione delle richieste difronte ai costosi adempimenti burocratici, hanno infatti escluso tra gli eventi calamitosi la “ bomba d’acqua” che il 24 Giugno 2013 colpi il territorio riminese, in quanto “ non venne riconosciuto lo stato di emergenza  per  la limitatezza territoriale della portata dell’evento”, come testualmente ha scritto l’Ass. Montini nella risposta alla interrogazione consigliare di settembre del sottoscritto. 

Una motivazione incomprensibile per la bomba d’acqua del 24 giugno 2013 che non ha considerato  i dati del pluviometro, l’estensione territoriale colpita del Comune di Rimini e dei Comuni vicini, gli  allagamenti nel centro storico di Rimini dei negozi di Corso d’Augusto, con mezzo metro d’acqua, di Via Castelfidardo, delle case e garage di Via Santa Chiara, e nella marina degli alberghi e garage in via Fiume, nella zona di Piazzale Kennedy, l’area delle industrie Valentini alla confluenza del Mavone nell’Ausa, la fiumana di acqua e fango in Via Santa Cristina sul Colle di Covignano, davanti al carcere di Rimini che causo’ addirittura la morte di una donna anziana , le strade e infrastrutture pubbliche allagate.

Un inaccettabile mancato riconoscimento dello stato di emergenza
nell’ambito della intesa  Regione- Protezione Civile che il Comune di Rimini doveva e dovrebbe  impugnare per sostenere con prove documentali le proprie ragioni di ammissione dell’evento tra le calamità naturali che si sono verificate tra il 2013 e il 2015 sul terrritorio dell’Emilia-Romagna, per consentire l’istruttoria finalizzata alla concessione di contributi ai soggetti danneggiati.     

Per quanto riguarda gli allagamenti “riconosciuti”  del 6 Febbraio 2015 è una “beffa” parlare di rimborso dei beni mobili distrutti o danneggiati purchè ubicati nei vani alluvionati della abitazione principale, cucina, camera da letto, sala, nella misura massima di 300 euro per ciascun vano e comunque nel limite massimo di 1.500 euro, escludendo inoltre  tassativamente quei beni mobili registrati quali le centinaia di auto e moto sommerse con l’alluvione da due metri d’acqua e fango nei 150 garage della frazione di Vergiano e del Borgo dei Ciliegi che abbiamo visto con i nostri occhi.


 
 

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