Chiediamo la ricostruzione filologica di Palazzo Lettimi, non un altro intervento precario!

 25/11/2023

Nel Consiglio Comunale di giovedì, ho chiesto all’Amministrazione Comunale ”la ricostruzione filologica e una destinazione compatibile di Palazzo Lettimi, dopo 80 anni dalla distruzione”.

L’Amministrazione ha risposto proponendo l’ennesimo intervento precario e inconsistente: confermando di voler solamente sistemare l’attuale area esterna di Palazzo Lettimi, per riaprila al pubblico la prossima estate.

Una sorta di replica del cosiddetto “giardino degli aromi”, fallimento già sperimentato una decina di anni fa, nel contesto di muri pericolanti ed erbe infestanti.

Il Palazzo Lettimi, uno dei palazzi più belli d’epoca rinascimentale, risalente al 1508, donato da Giovanni Lettimi, nel 1902, al Comune di Rimini, dopo le distruzioni dei bombardamenti anglo-americani del Dicembre 1943, le successive spogliazioni e demolizioni, continua ad essere trattato, come un rudere, in uno stato di degrado, nel cuore della città.

Nel 2017, la cessione del diritto d’uso gratuito e perpetuo del Palazzo Lettimi all’Università di Bologna, per la sua ristrutturazione in alloggi universitari, è stata bocciata dal Ministero dei Beni Culturali, perché incompatibile con l’interesse culturale ed archeologico del Palazzo.   L’Università ha quindi rinunciato a compiere l’intervento, considerate le prerogative di tutela del bene.

Successivamente anche l’assai discutibile proposta di accordo con l’Agenzia delle Dogane, per la realizzazione degli uffici dell’Agenzia, annunciato dall’Amministrazione, non ha avuto seguito.

Dinnanzi a 80 anni di interventi precari, incompatibili con la storia e la destinazione del Palazzo Lettimi, ho chiesto la ricostruzione filologica del Palazzo, destinato a: biblioteca universitaria, sale per conferenze, esposizioni, eventi culturali; e la valorizzazione archeologica del pre-esistente Teatro Romano.

Il progetto di ricostruzione filologica di Palazzo Lettimi, “com’era, dov’era”, come avvenuto con il Teatro Galli, è perseguibile, essendo disponibili tavole, planimetrie, foto d’epoca, grazie ad un’approfondita ricerca del Prof. Marco Musmeci (attuale Dirigente del Ministero della Cultura).

Purtroppo l’Amministrazione Comunale, nonostante la candidatura di Rimini a “capitale della cultura Italiana 2026” non ha neppure pensato di chiedere i finanziamenti del PNRR per ridare vita a tale luogo identitario della cultura, con la sua storia bimillenaria dall’epoca romana, al Rinascimento e al Novecento.

 
 

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