Il dramma di Villa Verucchio non poteva essere evitato?

 04/01/2025

In base a quanto appreso dai media, il 23enne egiziano, avente status di protezione internazionale, autore delle aggressioni, la sera del 31 dicembre, con 4 persone accoltellate a Villa Verucchio (RN), poche ore prima, nel pomeriggio, si trovava a Rimini, nei pressi della Moschea di Corso Giovanni XXIII, nel Borgo Marina, adiacente al Centro Storico.

In base alle dichiarazioni rese dal presidente della comunità egiziana, apprendiamo che, anche nel pomeriggio del 31 dicembre, era apparso in stato confusionale e, addirittura cercasse dei soldi per “riempire una bottiglietta di plastica con della benzina e dare fuoco a qualcosa”, un gesto eclatante per poter essere rimpatriato in Egitto dalle autorità italiane, in conseguenza della propria situazione di disagio.

La prima domanda da porsi è: perchè nessuno è intervenuto per tempo, nonostante fossero a conoscenza dei disagi di tale individuo?

In base alle notizie apprese, il ragazzo avrebbe dato segnali di squilibrio mentale, anche nei giorni e mesi precedenti. La cooperativa che aveva in carico tale ragazzo, nonostante tali elementi, perché non è intervenuta con le cure? Se il ragazzo voleva esser rimpatriato, come emergerebbe dalle parole del presidente della comunità egiziana, per quale motivo non gli è stata prospettata tale possibilità dalla medesima cooperativa? E’ stato fatto il necessario per evitare quanto avvenuto la sera del 31 dicembre? 

Le Cooperative di accoglienza immigrati, al di là del denaro percepito per i soggetti ospitati (richiedenti asilo, o oggetto di protezione internazionale), compiono gli adeguati controlli e adempiono a quanto previsto dai bandi?

Naturalmente il nostro pensiero e la nostra piena solidarietà va alle vittime delle aggressioni, alcune delle quali ancora in ospedale, e a tutta la comunità di Villa Verucchio, sconvolta da tali accadimenti.

Un doveroso ringraziamento va al Luogotenente dell’Arma dei Carabinieri, Luciano Masini, che con prontezza è dovuto intervenire per fermare l’azione criminosa del giovane egiziano, che in alternativa avrebbe potuto colpire e ferire altre persone. Ci auguriamo che il Carabiniere, venga prosciolto al più presto nelle indagini in corso, in merito all’eccesso di difesa.

Chiedo al Sindaco di Rimini, che le registrazioni della videosorveglianza nei pressi della Moschea di Corso Giovanni XXIII, del giorno 31 dicembre, vengano messe a disposizione degli inquirenti, per verificare le frequentazioni del soggetto e consentire di avere la maggiore completezza informativa nelle indagini e a tutela della cittadinanza.

Più volte ho personalmente richiesto adeguati controlli nel quartiere del Borgo Marina, a fronti di tali accadimenti, sono a rinnovare la richiesta al Sindaco e al Prefetto.

Inoltre aspettiamo che venga istituito il tavolo di confronto per il trasferimento della Moschea, e la messa in sicurezza del quartiere, promesso dal Sindaco stesso.


 
 

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